Platone pt.3 (mito della caverna)

 Nel settimo libro della Caverna Repubblica, Platone espone i capisaldi della sua teoria della conoscenza e lo fa utilizzando un mito. Egli immagina degli schiavi legati in una caverna che possono guardare solo verso il fondo della stessa, sul quale appaiono delle ombre. Tali ombre sono le proiezioni di alcune statuette che si muovono su un muro posto alle spalle dei prigionieri. Oltre il muro brucia un fuoco che con la sua luce proietta l'immagine delle statuette sul fondo della caverna. Gli schiavi incatenati perciò credono che la realtà sia fatta dalle ombre che vedono, Ma se riuscissero a liberarsi vedrebbero che quelle non sono che imitazioni. Secondo Platone uno solo degli schiavi (che simboleggia il filosofo) si libera delle catene, e scopre che il mondo reale si trova si trova fuori dalla caverna (il mondo delle idee), mentre la caverna a cui era abituato era solo una falsa conoscenza (il mondo sensibile ). Lo schiavo-filosofo torna infine ad illuminare con la sua verità gli uomini ancora incatenati, ma viene deriso e poi ucciso.

 

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